Archivio Progetto Pluralismo

Fonte: Pittsburgh Post-Gazette

Il 26 dicembre 2000, il Pittsburgh Post-Gazette ha pubblicato l’intervista a Maulana Karenga, il nazionalista nero e professore di studi neri alla California State University di Long Beach che ha iniziato il Kwanzaa nel 1966. “Radicato nelle feste del raccolto dell’Africa orientale”, il Kwanzaa è “un festival di musica, teatro, danza, letture e creazione di maschere” che si osserva dal 26 dicembre al 1 gennaio. Ogni giorno si concentra su uno dei nguzo saba, i sette principi di vita: unità, autodeterminazione, lavoro collettivo e responsabilità, economia cooperativa, scopo, creatività e fede. I rituali quotidiani includono “la libagione, che riconosce gli antenati degli afro-americani e li ringrazia per aver aperto la strada”. Nell’intervista, Karenga ha detto che celebra il Kwanzaa mentre viaggia visitando le persone, “spiegando il Kwanzaa, versando la libagione, raccontando storie, accendendo le candele e facendo i desideri per l’anno prossimo nel quadro di ciascuno degli nguzo saba”. Alcune delle ragioni che dà sul perché la gente celebra il Kwanzaa sono “per celebrare e rafforzare la famiglia, la comunità e la cultura”, per riaffermare la tradizione africana, e per riunirci “da tutti i paesi, tutte le tradizioni religiose, tutte le classi, tutte le età e generazioni, e tutte le persuasioni politiche sul terreno comune della nostra africanità”. “Come una questione di autodeterminazione e di economia cooperativa”, dice, i celebranti resistono alla commercializzazione della festa seguendo certe regole. Per esempio, dice Karenga, “il popolo… produce noi stessi i prodotti che usiamo per celebrare Kwanzaa; non permette all’oppressore o ad altri estranei di venderci i nostri simboli o altri prodotti di cui abbiamo bisogno; finanzia sempre le nostre celebrazioni comunitarie”. Alla domanda se il Kwanzaa è oggi come lo immaginava quarant’anni fa, Karenga dice: “Rendo onore al popolo africano che… ha tessuto questa festa nel ricco e raro tessuto della propria cultura e ha parlato di questa speciale verità culturale al mondo, passandola di generazione in generazione come un’eredità degna del nome africano”. 28 milioni di persone ora celebrano Kwanzaaworldwide.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *