Bartolomeo Cristofori, per esteso Bartolomeo di Francesco Cristofori, (nato il 4 maggio 1655, Padova, Repubblica di Venezia – morto il 27 gennaio, 1732, Firenze), cembalaro italiano generalmente accreditato con l’invenzione del pianoforte, chiamato ai suoi tempi gravicembalo col piano e forte.” Il nome si riferisce alla capacità del pianoforte di cambiare il volume in base alla quantità di pressione sui tasti, una qualità estranea al clavicembalo. Cristofori ottenne questo effetto sostituendo il meccanismo a pizzico del clavicembalo con un’azione a martello in grado di colpire le corde con maggiore o minore forza.
Si sa poco della vita di Cristofori, e la sua invenzione non era molto conosciuta durante la sua vita. Si trasferì da Padova a Firenze intorno al 1690 su richiesta del principe Ferdinando de’ Medici, un affermato clavicembalista, una mossa che suggerisce che Cristofori aveva già stabilito una reputazione come abile costruttore di strumenti a tastiera. (Un clavicembalo a tre tastiere datato 1702, talvolta attribuito a Cristofori e recante lo stemma di Ferdinando, è conservato presso la Stearns Collection dell’Università del Michigan). Cristofori apparentemente inventò il pianoforte intorno al 1709 e, secondo fonti contemporanee, quattro dei suoi pianoforti esistevano nel 1711. Nel 1713 Ferdinando morì, e Cristofori rimase al servizio del granduca Cosimo III, diventando più tardi (1716) responsabile della cura di una collezione di strumenti assemblati da Ferdinando; di 84 strumenti, 7 erano clavicembali o spinette di produzione Cristofori.
Cristofori migliorò il suo pianoforte al punto che, nel 1726, era arrivato a tutti gli elementi essenziali della moderna azione del pianoforte. I suoi telai, essendo fatti di legno alla maniera di un clavicembalo, non erano in grado di sopportare la tensione delle corde che permetteva ai pianoforti successivi il loro tono più potente. Tuttavia, a giudicare da tre esempi sopravvissuti – al Metropolitan Museum of Art di New York City, al Museo degli Strumenti Musicali di Lipsia e al Museo degli Strumenti Musicali di Roma – i suoi pianoforti erano reattivi e avevano un’ampia gamma dinamica. Il progetto di Cristofori fu largamente ignorato in Italia, ma divenne presto noto e adottato in Germania attraverso articoli in dizionari di musica.