Colpire un mito, con John Henry l’uomo

Chi era dunque John Henry? Il signor Nelson non può fare altro che offrire una biografia allettante e incompleta. Era del New Jersey e, a qualche titolo, lavorò per l’esercito dell’Unione a City Point, uno sbarco vicino a Petersburg, Va., nel 1866, quando aveva 18 anni. Nell’aprile di quell’anno fu arrestato per aver rubato in un negozio di alimentari e condannato a 10 anni di prigione. Fu mandato al Penitenziario di Stato della Virginia, dove il direttore, alla disperata ricerca di entrate, aveva iniziato ad affittare i prigionieri alla ferrovia per 25 centesimi al giorno. John Henry era uno di loro.

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Scott Reynolds Nelson

La competenza del Sig. L’esperienza ferroviaria di Nelson gli è utile. Spiega in dettaglio cosa comportava la perforazione delle gallerie, sia per i lavoratori manuali con martello e scalpello che per i nuovi trapani a vapore che promettevano un modo più economico e veloce per scavare i fori che gli operai riempivano con il materiale di sabbiatura. L’uomo con il martello lavorava in collaborazione con uno scuotitore, che teneva un trapano a scalpello contro la roccia di montagna, mentre l’uomo con il martello dava un colpo potente con una mazza. Poi lo scuotitore iniziava a dondolarsi e rotolare: agitando e ruotando il trapano per ottimizzare il suo morso. Canzoni di lavoro come le prime ballate di John Henry, spesso canti ritmici senza melodia, stabilivano il ritmo e sincronizzavano i movimenti dell’uomo martello e dello scuotitore.

Come racconta il signor Nelson, la gara tra lavoratore e macchina era meno che equa. Una squadra umana ben coordinata aveva un vantaggio sui primi trapani, che si rompevano costantemente. Le macchine erano comunque molto efficienti nel generare nuvole di polvere di silicio. Contrariamente all’immagine presentata dalle ballate, John Henry sarebbe morto non per esaurimento o per un cuore scoppiato, ma per silicosi, una malattia polmonare fatale e veloce che si è presa la vita di centinaia di lavoratori delle ferrovie.

Come John Henry, un uomo piccolo anche per l’epoca, sia diventato il superuomo muscoloso della leggenda rimane misterioso. Dopo aver accuratamente esposto la storia e ricreato, nei capitoli più coinvolgenti del libro, il mondo dei ferrovieri, il signor Nelson si congeda semplicemente da John William Henry, senza commenti. Il resto del libro racconta la storia delle ballate di John Henry, e la trasformazione del loro eroe da uomo a mito. Il signor Nelson racconta questa parte della storia in modo meccanico, e spesso ripetitivo, con fastidiose digressioni in prima persona.

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