Conferenze presidenziali: Jacques Derrida: Decostruzione

DECONTRUZIONE Cos’è?

La decostruzione: Una scuola di filosofia che ha avuto origine in Francia alla fine degli anni ’60, ha avuto un enorme impatto sulla critica anglo-americana. In gran parte la creazione del suo principale esponente Jacques Derrida, la decostruzione mette in discussione la tradizione metafisica occidentale. Rappresenta una risposta complessa a una varietà di movimenti teorici e filosofici del XX secolo, in particolare la fenomenologia husserliana, lo strutturalismo saussuriano e francese, e la psicoanalisi freudiana e lacaniana.
Decostruzione: Il termine denota un particolare tipo di pratica di lettura e, di conseguenza, un metodo di critica e un modo di indagine analitica. Nel suo libro La differenza critica (1981), Barbara Johnson chiarisce il termine: “La decostruzione non è comunque sinonimo di “distruzione”. È infatti molto più vicino al significato originale della stessa parola ‘analisi’, che etimologicamente significa “disfare” — un sinonimo virtuale di “de-costruire”. … Se qualcosa viene distrutto in una lettura decostruttiva, non è il testo, ma la pretesa di dominio inequivocabile di un modo di significare su un altro. Una lettura decostruttiva è una lettura che analizza la specificità della differenza critica di un testo rispetto a se stesso”
. Decostruzione: Scuola di filosofia e critica letteraria forgiata negli scritti del filosofo francese Jacques Derrida e del critico letterario belga/nordamericano Paul De Man. La decostruzione può forse essere meglio descritta come una teoria della lettura che mira a minare la logica dell’opposizione all’interno dei testi.
Decostruzione: Raramente una teoria critica ha attirato il tipo di timore e di isteria che la decostruzione ha suscitato dalla sua nascita nel 1967.
“Decostruzione” come incorporato senza significato nel linguaggio quotidiano, associato al “grunge”

…Pensiamo di parlare l’inglese, o il francese, di oggi. Ma il nostro inglese o francese di oggi è di ieri e di un altro luogo. Il miracolo è che la lingua non è stata tagliata dalle sue radici arcaiche – anche se noi non ricordiamo, la nostra lingua ricorda, e quello che diciamo ha cominciato ad essere detto tremila anni fa. Inversamente la lingua ha incorporato ai nostri tempi, prima ancora che a noi, gli elementi più recenti, particelle linguistiche e semantiche soffiate dai venti attuali.

Ecco un esempio, che trovo magnifico e comico, magnificamente comico e comicamente magnifico, che ho preso da una rivista americana destinata al pubblico datata aprile 1993. È l’inizio di un articolo illustrato sulla moda:

La decostruzione sarà anche la beniamina dell’Europa ma negli Stati Uniti è una cosa di amore-odio. Le pieghe vengono stirate, gli spigoli grezzi raffinati, il grunge riceve un tocco di smalto.

A New York, i ricordi non sono solo brevi, sono del tutto selettivi. Il grunge – la cosiddetta rivoluzione della moda che ha lanciato mille titoli negli ultimi sei mesi – sembrava, alle collezioni americane della scorsa settimana, non essere mai accaduto.

Qui, in queste poche righe, i tesori strappati ai pensieri e ai discorsi più nobili, più elaborati, più complessi del nostro secolo e del XVI si toccano e si scambiano impercettibilmente.

Ecco, la “decostruzione” (ma la donna che va a comprare un vestito sa cos’è?) è diventata un termine che aggiunge un marchio “commerciale”, un plusvalore di “modernismo” a domini totalmente imprevisti per l’autore del pensiero della decostruzione. Ecco una parola derivata dal pensiero filosofico, quello di Derrida, che non risiede più nella filosofia, ma “lancia” prodotti di moda, articoli da bagno, attrezzature sportive, atteggiamenti politici. In breve, una parola che, lasciata la sua riva natia, d’ora in poi circola nel sangue del mondo.

E così questa parola magica resa banale incontra (lo sa?) un’altra formula altrettanto magica e resa banale, questa su secoli fa, che si riverbera sotto una forma inventata nella frase citata: La rivoluzione che ha lanciato mille titoli. Ciò che torna qui in veste fashion è la bella Helen di Marlowe…

Teoria decostruzionista Di Richard Rorty. Estratto da The Cambridge History of Literary Criticism — vol.8 From Formalism to Poststructuralism. Cambridge University Press, 1995. Decostruzione nell’Enciclopedia Britannica Online.

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