Come ex-stato colonizzato, l’India “nation-building” ha sempre nutrito il piacere colpevole di voler colonizzare, di essere una potenza coloniale – con qualsiasi altro nome, ovviamente. Lunedì, l’occupazione decennale del Kashmir da parte dell’India – chiamarla in altro modo significherebbe accettare che la presenza dell’esercito indiano nello stato di confine è stata solo per mantenere i residenti di Jammu & Kashmir al sicuro dagli ‘estranei’ – è culminata in un’annessione.
Per molti ‘orgogliosi’ indiani, la mossa unilaterale di Nuova Delhi ha il sapore di Vallabhbhai Patel che ‘incorpora’ lo stato principesco di Hyderabad nel 1948, e il GoI che ‘libera’ Goa dal Portogallo nel 1961 – atti storicamente ritenuti più ‘decisivi’ della disordinata ‘adesione’ del J&K nel 1947, per i quali si fa ricadere la colpa su personaggi come Jawaharlal Nehru. Ma l’abrogazione dell’articolo 370 della Costituzione indiana – o, per essere più precisi, l’uso della clausola 3 dell’articolo 370 che permette al presidente dell’India di sospendere l’operatività dell’articolo 370 fino a quando non avrà cambiato idea – è davvero l’evoluzione de facto di una forza di occupazione in una che ha, finalmente, annesso il territorio occupato. Se non nella lettera, certamente nello spirito, la tanto ripetuta “passione dell’India per il federalismo” può essere ora trattata come uno scherzo.
Il fatto che l’articolo 370 sia stato “eliminato” in modo furtivo, senza una foglia di fico di qualsiasi consultazione o dibattito con i kashmiri o altri “impiccioni”, mostra anche quanto il governo indiano sia diventato fiducioso nell’imporre la sua volontà a un altro stato indiano. La “maturità” di Nuova Delhi in termini di gestione dei contratti, delle agenzie di fiducia e dei “memorandum d’intesa” che non le piacciono – l’articolo 370 è essenzialmente uno di questi MoU – viene annunciata come “decisiva”. Ebbene, ciò che il ministro dell’Interno Amit Shah ha architettato è, in effetti, “decisivo” – come può essere qualsiasi azione infelice portata a termine con successo. Non si può prendere il controllo di uno stato, mettere i suoi leader agli ‘arresti domiciliari’, assicurare la sospensione di tutte le comunicazioni – naturalmente, come precauzione per stroncare sul nascere qualsiasi situazione di ‘ordine pubblico’ che possa sorgere a causa della propria azione subdola – senza essere ‘decisivi’.
Così tanto per l’abilità di Nuova Delhi nel corso degli anni nell’applicare il trucco di cercare di conquistare i ‘cuori e le menti’ del popolo kashmiro.
Una forza di occupazione trova legittimazione nelle proprie azioni nel modo in cui un corruttore legittima la tangente mostrando un’azione ‘decisiva’: è l’unico modo per portare ordine. Di fronte al potere illimitato di Nuova Delhi, tale legittimità è cieca alla legge – vista e interpretata, nel caso del Kashmir, come quella fatta in precedenza da “uomini deboli” in un momento di “debolezza”.
Ma non sarà solo il governo centrale a vendere questa lettura disonesta della legge, del contratto, della fiducia, al suo popolo, ma il popolo stesso dell’India a vendere questa nozione tra di loro. Saranno felici di credere a ciò che Shah ha dichiarato lunedì in Parlamento come fonte del terrorismo legato al Kashmir: L’articolo 370. Crederanno volentieri alla soluzione fornita al terrorismo legato al Kashmir: la “rottamazione” dell’articolo 370. Ma che non ci siano dubbi sul fatto che ciò che ha avuto luogo in Kashmir, nonostante tutte le meschinità locali decennali e il vittimismo, è vergognoso. Espone l’incapacità dell’India di convincere un popolo ad accettare l'”indianità” del Kashmir. Espone anche l’India che cerca un modo disperato di affrontare tale incapacità.
Per ripetersi, la sospensione dello status speciale del J&K – per quanto sia logico nello schema di quella che è stata la situazione per decenni – non è altro che un’annessione. E per quanto si possa scegliere di evitarlo, c’è una parola carica e “drammatica” per questo: Anschluß, dal verbo tedesco, anschließen, unire’ o ‘collegare’. Sicuro come il lunedì mattina in Parlamento ha seguito la domenica sera a Srinagar, molti faranno notare, pignoli, che Anschluß si riferisce all’annessione di un altro paese, non certo alla conquista del ‘proprio territorio’. Il che, ironicamente, non fa che rendere ancora più evidente una tale occupazione-annessione.
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partha_basu
599 giorni fa
Stai parlando come un disinformato e non istruito. Questo era un vecchio errore, non questo governo ha il coraggio di risolverlo? Sei stato in Kashmir per un lungo periodo per vedere la sofferenza del popolo? È accettabile? Avete fatto qualche ricerca su come la gente sta vivendo su POK e che cosa è il loro diritto ecc? Suggerisci di andarci e di scrivere un articolo dopo averci passato un po’ di tempo…. Leggi di più
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