Giuseppe Bonaparte, Giuseppe Buonaparte, (nato il 7 gennaio 1768 a Corte, Corsica – morto il 28 luglio 1844 a Firenze, Toscana), avvocato, diplomatico, militare e fratello maggiore di Napoleone I, che fu successivamente re di Napoli (1806-08) e re di Spagna (1808-13).
Come i suoi fratelli, Giuseppe abbracciò la causa repubblicana francese e, con la vittoria del patriota corso Pasquale Paoli, fu costretto a lasciare la Corsica per cercare rifugio in Francia. Nel 1796 accompagnò Napoleone nella prima parte della sua campagna d’Italia ed ebbe una parte nei negoziati con la Sardegna che portarono all’armistizio di Cherasco. Prese poi parte alla spedizione francese per il recupero della Corsica e assistette alla riorganizzazione dell’isola. Fu nominato dal Direttorio ministro alla corte di Parma (1797) e poi a Roma. Alla fine del 1797 tornò a Parigi e divenne uno dei membri per la Corsica nel Consiglio dei Cinquecento.
Joseph fece poco nel colpo di stato del 18 Brumaio (9 novembre 1799). Fu membro del Consiglio di Stato e del Corpo Legislativo, e concluse a Mortfontaine una convenzione con gli Stati Uniti (1800). Presiedette anche i negoziati che portarono al trattato di Lunéville con l’Austria (1801); e fu uno di quelli che rappresentò la Francia nelle discussioni con l’inviato britannico, Lord Cornwallis, che portarono al trattato di Amiens (1802), che segnò la pacificazione totale di Napoleone in Europa. Un anno dopo, tuttavia, le relazioni tra Inghilterra e Francia furono interrotte, e gli sforzi diplomatici di Giuseppe si dimostrarono vani.
Sulla questione del consolidamento del potere di Napoleone come primo console a vita (1 agosto 1802) con il potere di nominare il proprio successore, i fratelli non erano d’accordo. Poiché Napoleone non aveva un erede, Giuseppe come fratello maggiore pretendeva di essere riconosciuto come erede, mentre Napoleone voleva riconoscere il figlio di Luigi Bonaparte. Alla proclamazione dell’impero francese (maggio 1804) l’attrito divenne acuto. Giuseppe rifiutò l’offerta di Napoleone di farlo re di Lombardia se avesse rinunciato a ogni pretesa di successione al trono di Francia.
Dopo aver agito per un anno come capo del governo francese mentre Napoleone era in Germania, Giuseppe fu inviato a Napoli per espellere la dinastia borbonica (1806). Proclamato re di Napoli per decreto imperiale lo stesso anno, abolì le reliquie del feudalesimo, riformò gli ordini monastici e riorganizzò il sistema giudiziario, finanziario ed educativo.
Dal 1808 Napoleone divenne sempre più insoddisfatto della condotta di Giuseppe. Richiamato da Napoli per diventare re di Spagna, Giuseppe fu costretto a lasciare precipitosamente Madrid quando gli insorti spagnoli sconfissero le forze francesi a Baylen. Fu reintegrato da Napoleone alla fine del 1808 e da allora in poi fu tenuto in una posizione subordinata che lo portò in quattro occasioni a proporre di abdicare.
Il 30 marzo 1814, quando le truppe degli alleati raggiunsero Parigi, Giuseppe fuggì, avendo lasciato il maresciallo Marmont a fare una tregua con gli assalitori di Parigi se fossero stati in forze schiaccianti. Egli giocò solo un ruolo insignificante nei Cento Giorni (1815). Dopo la resa di Napoleone a Rochefort, Joseph andò negli Stati Uniti e nel 1830 supplicò il riconoscimento delle pretese del figlio di Napoleone, il duca di Reichstadt, al trono francese. In seguito visitò l’Inghilterra e per un certo periodo risiedette a Genova e poi a Firenze, dove morì.