La favola moderna della Sirenetta che conosciamo dalla Disney è piuttosto affascinante, anche se un po’ demenziale. Una rossa carina con un’ossessione per il mondo umano e qualche spalla musicale sale in superficie, conquista l’amore di un principe dopo una serie di ostacoli, si sposa, tutto va bene. Ma la versione originale de La Sirenetta, dell’autore danese Hans Christian Andersen, non è il genere di cosa che si vuole leggere ai bambini piccoli innamorati del mare. Fa davvero paura.
Per un verso, ha un sacco di sottotesto religioso; per un altro, il principe è un completo idiota, al contrario del principe Eric, che è solo un po’ stupido. E, cosa più importante, è una storia seriamente raccapricciante. Le persone si dissolvono, vengono pugnalate, vengono attaccate alle ostriche e ogni sorta di altri affascinanti destini. La strega del mare non è il nemico, la natura umana (e la sirena) lo è. Mette la famosa statua della Sirenetta di Copenaghen in una luce completamente diversa; sta per morire orribilmente o sta solo pensando di uccidere qualcuno?
Se avete sempre amato Ariel e i suoi forconi e i suoi tentativi di baciare la gente in barca, guardate altrove ora. Il racconto di Andersen non è un luogo dove il male incontra un destino adeguato e i buoni ottengono giustizia. Se ti senti coraggioso, però, ecco nove modi in cui l’originale diventa seriamente dark.
La sirenetta originale viene torturata dalle ostriche.
Il racconto originale ha più o meno la stessa impostazione del film Disney – figlia minore in un palazzo di mare gestito dal re delle sirene, leggermente ossessionata dagli umani – ma la sua regalità è letteralmente una sofferenza. Quando diventa maggiorenne, alla sirena (che non ha un nome) non solo viene permesso di salire in superficie, ma deve soffrire per otto ostriche che si attaccano alla sua coda. “L’orgoglio deve soffrire”, è la replica tagliente della nonna quando lei si lamenta. Anch’io scapperei per diventare un’umana.
Le sue sorelle maggiori cantano le gioie dei marinai che annegano.