La natura ha posto l’uomo sotto il governo di due padroni sovrani, il dolore e il piacere. Spetta solo a loro indicare ciò che dobbiamo fare, così come determinare ciò che faremo. Da un lato la norma del bene e del male, dall’altro la catena delle cause e degli effetti, sono fissati al loro trono. Essi ci governano in tutto ciò che facciamo, in tutto ciò che diciamo, in tutto ciò che pensiamo: ogni sforzo che possiamo fare per liberarci dalla nostra sottomissione non servirà che a dimostrarla e confermarla. A parole un uomo può fingere di abiurare il loro impero: ma in realtà ne rimarrà sempre soggetto. Il principio di utilità riconosce questa sottomissione e la assume come fondamento di quel sistema il cui scopo è quello di riordinare il tessuto della felicità per mano della ragione e della legge. I sistemi che tentano di metterlo in discussione, trattano di suoni invece di senso, di capriccio invece di ragione, di tenebre invece di luce. Ma basta con le metafore e le declamazioni: non è con questi mezzi che si deve migliorare la scienza morale.
Il principio di utilità è il fondamento del presente lavoro: sarà quindi opportuno all’inizio dare un esplicito e determinato resoconto di ciò che si intende con esso. Per principio di utilità si intende quel principio che approva o disapprova ogni azione di qualsiasi tipo, secondo la tendenza che essa sembra avere ad aumentare o diminuire la felicità della parte il cui interesse è in questione: o, che è la stessa cosa in altre parole, a promuovere o ad opporsi a quella felicità. Dico di ogni azione; e quindi non solo di ogni azione di un privato, ma di ogni misura di governo. Il principio qui in questione può essere preso per un atto della mente; un sentimento; un sentimento di approvazione; un sentimento che, applicato ad un’azione, ne approva l’utilità, come quella qualità di essa da cui dovrebbe essere governata la misura dell’approvazione o della disapprovazione che le viene accordata.
L’interesse della comunità è una delle espressioni più generali che possano capitare nella fraseologia della morale: non c’è da meravigliarsi che il suo significato sia spesso perso. Quando ha un significato, è questo. La comunità è un corpo fittizio, composto dalle singole persone che sono considerate come costituenti i suoi membri. L’interesse della comunità è allora cosa? La somma degli interessi dei vari membri che la compongono. È vano parlare dell’interesse della comunità senza capire qual è l’interesse dell’individuo. Si dice che una cosa promuove l’interesse, o è per l’interesse, di un individuo, quando tende ad aumentare la somma dei suoi piaceri; o, cosa che arriva alla stessa cosa, a diminuire la somma dei suoi dolori.
Una misura di governo (che non è altro che un tipo particolare di azione, compiuta da una o più persone particolari) può dirsi conforme o dettata dal principio di utilità, quando allo stesso modo la tendenza che ha ad aumentare la felicità della comunità è maggiore di quella che ha a diminuirla.