Una (scioccante) breve storia di ‘Hello’

Hello

Cosa si dice quando si prende il telefono?
Si dice “ciao”, naturalmente.
Cosa si dice quando qualcuno presenta un amico, un parente, chiunque?
Si dice “hello”.
Hello deve essere stato il saluto standard della lingua inglese da quando gli inglesi hanno iniziato a salutare, no?

Ebbene, ecco una sorpresa da Ammon Shea, autore di The First Telephone Book: Hello è una parola nuova.

Filo del telefono.

L’Oxford English Dictionary dice che il primo uso pubblicato di “hello” risale solo al 1827. E allora non era principalmente un saluto. Ammon dice che la gente nel 1830 diceva “hello” per attirare l’attenzione (“Hello, what do you think you’re doing?”), o per esprimere sorpresa (“Hello, what have we have here?”). Ciao non è diventato “ciao” fino all’arrivo del telefono.

Più filo telefonico.

Il dizionario dice che è stato Thomas Edison a mettere ciao nell’uso comune. Esortava le persone che usavano il suo telefono a dire “ciao” quando rispondevano. Il suo rivale, Alexander Graham Bell, pensava che la parola migliore fosse “ahoy.”

Ahoy?

“Ahoy”, si scopre, era in circolazione da più tempo – almeno 100 anni – di hello. Anch’esso era un saluto, anche se nautico, derivato dall’olandese “hoi”, che significa “ciao”. Bell era così convinto di “ahoy” che lo usò per il resto della sua vita.

E così, a proposito, fa il del tutto fittizio “Monty” Burns, proprietario malvagio della centrale nucleare di Springfield nei Simpson. Se guardate il programma, avrete notato che il signor Burns risponde regolarmente al suo telefono “Ahoy-hoy”, un conio che l’Urban Dictionary dice essere propriamente usato “per salutare o attirare l’attenzione di una piccola nave costiera armata di sloop”. Al signor Burns, a quanto pare, non è stato detto.

Perché hello ha avuto successo? Aamon indica l’elenco telefonico. I primi elenchi telefonici includevano autorevoli sezioni How To nelle loro prime pagine e “hello” era spesso il saluto ufficialmente sancito.

In effetti, il primo elenco telefonico mai pubblicato, dalla District Telephone Company di New Haven, Connecticut, nel 1878 (con 50 abbonati elencati) diceva agli utenti di iniziare le loro conversazioni con “un fermo e allegro ‘hulloa.'” (Immagino che la “a” extra sia muta.)

Ahoy! Lo stesso non si può dire del modo raccomandato dall'elenco telefonico per terminare una conversazione telefonica. L'elenco telefonico raccomandava:

Dice Ammon Shea:

Questo mi sembra un modo eminentemente più onesto e schietto di “arrivederci” per terminare una telefonata. “Good-bye”, “bye-bye” e tutte le altre varianti sono in definitiva contrazioni della frase “Dio sia con voi” (o “con voi”). Non so voi, ma io non intendo davvero dire questo quando finisco una conversazione. Suppongo che potrei dire “ciao” – che ha un certo sfondo etimologico derivante dall’italiano schiavo, che significa “sono il tuo schiavo”, e non ho molta voglia di dire neanche quello…

Più Ammon ci pensava, più gli piaceva “Questo è tutto.”

…Per diversi decenni il grande giornalista Walter Cronkite ha concluso le sue trasmissioni dicendo “E questo è tutto”, un bel giro di parole che ha quasi la stessa sostanza e verità di “Questo è tutto”. La giornalista Linda Ellerbee aveva un metodo simile per concludere i suoi segmenti di notizie, con l’incisivo “E così va”. Queste sono frasi perfettamente utili, ma anche queste non hanno la chiarezza e l’utilità di “Questo è tutto”. Mi piacerebbe vedere il “Questo è tutto” tornare in auge nel linguaggio colloquiale, e ho deciso di tentare di adottarlo nelle poche conversazioni telefoniche che intraprendo.

Beh, questo probabilmente non è stato giusto e nemmeno carino, ma ho deciso di chiamare Ammon Shea per vedere se mette in pratica ciò che predica. Ha risposto al telefono con un normalissimo “ciao” e poi, dopo aver ottenuto il permesso di citare dal suo libro, quando è stato il momento di concludere la nostra conversazione, non gli ho dato nessun suggerimento, nessun incoraggiamento, ho solo aspettato di vedere come sarebbe andata… sperando di sentirlo fare il suo “Questo è tutto”. Ma no…

Ha detto: “Ciao.”

Addio

Tutte le illustrazioni di Adam Cole /NPR

Il nuovo libro di Amon Shea (Perigee/Penguin 2010) si chiama The Phone Book: The Curious History of the Book That Everybody Uses But No One Reads.

Le nostre illustrazioni provengono dalla magica penna di Adam Cole, stagista del Science Desk di NPR, e se qualcuno volesse chiamare “Monty” Burns a Springfield, si prepari. Ecco come risponderà al telefono.

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