Giornata mondiale della salute mentale: 5 enti di beneficenza efficaci che puoi sostenere

StrongMinds

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Più di 43 milioni di americani lottano con problemi di salute mentale. Circa 1 persona su 4 nel Regno Unito sperimenterà una malattia mentale ogni anno. Nel mondo in via di sviluppo, la salute mentale è considerata uno dei problemi più trascurati. In Africa, circa 100 milioni di persone soffrono di depressione e l’85% di loro non ha accesso a un trattamento efficace.

Questi sono solo alcuni fatti chiave sulla malattia mentale e il suo impatto devastante sulla nostra società globale. Per aumentare la consapevolezza su questo problema e promuovere la difesa contro lo stigma sociale che lo circonda, il 10 ottobre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Salute Mentale.

Se vuoi contribuire alla consapevolezza della salute mentale, all’educazione e alla difesa contro lo stigma sociale, ecco 5 enti di beneficenza a cui puoi donare.

Tutte le organizzazioni qui sotto, sono ritenute particolarmente efficaci o responsabili da valutatori di carità o servizi di informazione come Charity Navigator, Giving Compass e GuideStar.

1) StrongMinds

Fondata all’inizio del 2013 da Sean Mayberry, un ex diplomatico, StrongMinds è un’organizzazione benefica che cura la depressione nelle donne africane, con particolare attenzione all’Uganda e allo Zambia. L’organizzazione ha ideato un intervento unico, a basso costo, basato sulla psicoterapia interpersonale di gruppo che rende la loro metodologia scalabile. Finora, StrongMinds ha trattato 55.000 donne africane per la depressione. Il 75% di loro ha riferito di essere libero dalla depressione sei mesi dopo il trattamento.

2) The Jed Foundation

Ogni quattro secondi, qualcuno perde la vita per suicidio. La prevenzione del suicidio è anche il tema della Giornata Mondiale della Salute Mentale di quest’anno. Se vuoi aiutare ad affrontare questo problema, puoi fare una donazione alla Jed Foundation, un’organizzazione no-profit che lavora per prevenire il suicidio degli adolescenti e dei giovani adulti americani. Fondata nel 2000 da Phil e Donna Satow, una coppia che ha perso il proprio figlio minore per suicidio, l’organizzazione è stata valutata a 4 stelle (la valutazione più alta) da Charity Navigator per la sua salute finanziaria, responsabilità e trasparenza.

3) Brain & Behavior Research Foundation

La Brain & Behavior Research Foundation, con sede negli Stati Uniti, finanzia la ricerca scientifica per trovare cure per malattie mentali che vanno dalla dipendenza alla schizofrenia.

La fondazione sostiene che il 100% di ogni dollaro donato per la ricerca è investito in sovvenzioni per la ricerca, dato che le spese operative sono coperte da altre due fondazioni familiari. GuideStar ha premiato l’organizzazione con il Sigillo di Platino per la trasparenza, indicando che la fondazione condivide pubblicamente i suoi progressi e come li misura.

4) NAMI – National Alliance on Mental Illness

Fondata come organizzazione di base da famiglie di persone con diagnosi di malattia mentale, NAMI è diventata una rete di più di 500 affiliati locali che lavorano in 50 stati americani per promuovere le politiche pubbliche per le persone con problemi di salute mentale.

Nonostante alcune critiche ricevute in passato per essere pesantemente finanziata da aziende farmaceutiche, l’organizzazione mantiene una valutazione di 4 stelle da Charity Navigator e un sigillo di platino di trasparenza da GuideStar.

5) Ripensare la malattia mentale

Nel 1970, il giornalista John Pringle ha scritto una colonna sul quotidiano britannico The Times sulla schizofrenia di suo figlio. Nei giorni seguenti, centinaia di familiari di persone che vivono con la malattia mentale lo contattarono condividendo le loro esperienze. Fu l’inizio di Rethink Mental Illness, un’associazione benefica con sede nel Regno Unito che fornisce servizi per le persone affette da malattie mentali e per chi le assiste.

Grazie a una rete di 140 gruppi di supporto tra pari, nel 2017-2018 l’organizzazione ha aiutato migliaia di persone a vivere una vita più indipendente fornendo servizi che vanno dall’alloggio alle attività di gruppo per i pazienti che lasciano l’ospedale.

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