La parola italiana Lazio discende dal latino Latium. Il nome della regione sopravvive anche nella designazione tribale dell’antica popolazione dei Latini, Latini nella lingua latina da loro parlata e trasmessa alla città-stato dell’Antica Roma. Anche se la demografia dell’antica Roma era multietnica, includendo, per esempio, Etruschi e altri italici oltre ai Latini, questi ultimi erano la componente dominante. Nella mitologia romana, la tribù dei Latini prese il nome dal re Latinus. A parte la derivazione mitica del Lazio data dagli antichi come il luogo in cui Saturno, sovrano dell’età dell’oro nel Lazio, vi si nascose (latuisset) da Giove, un’importante etimologia moderna è che il Lazio deriva dalla parola latina “latus”, che significa “largo”, esprimendo l’idea di “terra piatta” intesa come la Campagna romana. Gran parte del Lazio è infatti piatta o ondulata. Le terre originariamente abitate dai Latini si estesero nei territori dei Sanniti, dei Marsi, degli Hernici, degli Aequi, degli Aurunci e dei Volsci, tutte tribù italiche circostanti. Questo territorio più grande era ancora chiamato Lazio, ma era diviso in Latium adiectum o Latium Novum, le terre aggiunte o Nuovo Lazio, e Latium Vetus, o Vecchio Lazio, la regione più antica e più piccola. Il confine settentrionale del Lazio era il fiume Tevere, che lo divideva dall’Etruria.
L’imperatore Augusto riunì ufficialmente quasi tutta l’attuale Italia in un’unica entità geopolitica, l’Italia, dividendola in undici regioni. La parte dell’attuale Lazio a sud del Tevere – insieme all’attuale regione Campania immediatamente a sud-est del Lazio e alla sede di Neapolis – divenne la Regione I (Lazio e Campania), mentre l’attuale Alto Lazio divenne parte della Regio VII – Etruria, e l’attuale provincia di Rieti si unì alla Regio IV – Samnium.
Dopo la conquista gotica dell’Italia alla fine del V secolo, il Lazio moderno divenne parte del Regno Ostrogoto, ma dopo la Guerra Gotica tra il 535 e il 554 e la conquista da parte dell’Impero Bizantino, la regione divenne proprietà dell’Imperatore d’Oriente come Ducato di Roma. Tuttavia, le lunghe guerre contro i Longobardi indebolirono la regione. Con la Donazione di Sutri nel 728, il Papa acquisì il primo territorio nella regione oltre il Ducato di Roma.
Il rafforzamento dell’aristocrazia religiosa ed ecclesiastica portò a continue lotte di potere tra i signori secolari (Baroni) e il Papa fino alla metà del XVI secolo. Innocenzo III cercò di rafforzare il proprio potere territoriale, volendo affermare la propria autorità nelle amministrazioni provinciali di Tuscia, Campagna e Marittima attraverso i rappresentanti della Chiesa, per ridurre il potere della famiglia Colonna. Durante il periodo in cui il papato risiedeva ad Avignone, in Francia (1309-1377), il potere dei feudatari aumentò a causa dell’assenza del Papa da Roma. I piccoli comuni, e soprattutto Roma, si opposero al crescente potere dei signori e, con Cola di Rienzo, cercarono di presentarsi come antagonisti del potere ecclesiastico. Tuttavia, tra il 1353 e il 1367, il papato riprese il controllo del Lazio e del resto dello Stato Pontificio. Dalla metà del XVI secolo, il papato unificò politicamente il Lazio con lo Stato Pontificio, così che questi territori divennero amministrazioni provinciali della tenuta di San Pietro; governatori a Viterbo, a Marittima e Campagna, e a Frosinone li amministrarono per il papato.
Il Lazio fece parte della breve Repubblica Romana, dopo di che divenne uno stato fantoccio della Prima Repubblica Francese sotto le forze di Napoleone Bonaparte. Il Lazio fu restituito allo Stato Pontificio nell’ottobre 1799. Nel 1809 fu annesso all’Impero francese con il nome di Dipartimento del Tibre, ma tornò sotto il controllo del Papa nel 1815.
Il 20 settembre 1870 la presa di Roma, durante il regno di Papa Pio IX, e la sconfitta della Francia a Sedan, completarono l’unificazione italiana, e il Lazio fu incorporato nel Regno d’Italia. Nel 1927 il territorio della Provincia di Rieti, appartenente all’Umbria e all’Abruzzo, si unì al Lazio. Le città del Lazio sono state devastate dal terremoto del Centro Italia del 2016.